Storico della scienza e dell'evoluzione del pensiero scientifico statunitense.
Pur non essendo stato un saggista molto prolifico, fu uno dei più
innovativi teorici della metodologia della scienza e le tesi espresse nella sua
opera
La struttura delle rivoluzioni scientifiche (1962) sono a tutt'oggi
oggetto imprescindibile di confronto per la comunità scientifica. In
questo testo
K. si oppone alla visione positivistica per la quale il
cammino della scienza è un progresso lineare e cumulativo delle
conoscenze e le nuove teorie si aggiungono ordinatamente alle vecchie,
comprendendole e superandole. Per
K., invece, le teorie sono fra loro
incommensurabili e non cumulabili: il paradigma vigente, sostenuto per un
certo tempo dalle ricerche in corso, viene ad un certo punto incrinato
dall'esterno (mediante la dimostrazione di sue incongruenze e anomalie) e
sostituito da un nuovo paradigma che apre una nuova fase. Il primo momento
è quello della scienza normale, che affronta problemi di cui si sa che
esiste una soluzione; il secondo è quello della rivoluzione scientifica,
che afferma una nuova teoria non per progresso ma per rottura (Cincinnati 1923 -
Cambridge, Massachusetts 1996).